lunedì 30 ottobre 2017

RACCONTI DA RICORDARE

Qui puoi inserire commenti, riassunti, annotazioni sui racconti che leggiamo a scuola nell'ora di antologia

80 commenti:

Agnese Binatti ha detto...

Il testo che abbiamo letto in classe si intitola "Un segno indelebile", ed è stato scritto da Marta Castano. Narra di un'adulta che scrive una lettera al suo amico d'infanzia, scomparso quando erano bambini. Nella lettera cita quando si sono conosciuti e tutti i momenti che hanno passato insieme spensieratamente.
La mittente esprime rabbia con la lettera per via della scomparsa del suo amico, perché da bambini si erano promessi che non si sarebbero mai lasciati. Purtroppo così accadde quando la leucemia aveva portato via Quattr'occhi (così la mittente chiama affettuosamente il destinatario).
Il racconto mi è piaciuto molto, anche se quando l'abbiamo letto in classe mi sono commossa. Ho trovato stupende le similitudini presenti e il linguaggio chiaro ma contemporaneamente sofisticato e di registro alto. Consiglio a tutti di leggere il racconto.
Agnese Binatti

Veronica Cucchiara ha detto...

In classe abbiamo letto un testo che si intitola "Un segno indelebile".
Narra di due bambini che sono cresciuti insieme ed ormai erano inseparabili. Loro avevano fatto un patto, che per qualsiasi motivo non si sarebbero mai lasciati; ma purtroppo la leucemia di Quattr'occhi (veniva così chiamato il bambino) lo ha portato via. Pel di carota (così era chiamata la bambina) scrive questa lettera quando ormai è già adulta, ma la scrive con rabbia acausa del patto.
Il racconto è stato molto commovente e molto bello. Consiglio di leggere il racconto.

Veronica Cucchiara ha detto...

La novella intitolata "Federigo degli Alberighi", tratta dal Decamerone di Boccaccio, narra di un uomo ricco di nome Federigo che si innamora della donna più bella del paese di nome Giovanna.
Lei non lo calcola ma lui per farsi notare da lei spende tutti i suoi soldi in banchetti.
Spendendo e spandendo, lui diventò povero, inoltre lei si sposò e fece un figlio.
L'unica cosa che gli rimane è il suo falcone, da cui non si separerebbe mai.
Un giorno il marito di Giovanna morì, quindi rimase sola con suo figlio. Suo figlio conobbe Federigo e tutti i giorni andava a giocare insieme al falcone, quindi si affezionò tanto al falcone. Quando il ragazzo si ammalò gravemente, il suo unico desiderio era di avere il falcone. Giovanna un giorno,facendo una passeggiata con la sua amica, si ritrovò davanti alla casa di Federigo. Lei gli chiese se poteva fermarsi a pranzo da lui. Lui non riuscì a dire di no alla sua amata. Non avendo nulla per sfamare Giovanna si ritrovò ad uccidere il suo falcone per preparare il pranzo.
Prese coraggio e gli stortò il collo. Una volta pronto lo servì a tavola; con le lacrime agli occhi e con fatica lo mangiò. Finito di mangiare Giovanna si avvicinò a lui e gli chiese se poteva avere in regalo per suo figlio il suo falcone. Lui dispiaciuto le disse che lo avevano appena mangiato. Lei apprezzò il suo gesto quindi decise di sposarlo... aveva rinunciato al suo falcone per amor suo.
Nonostante tutto Federigo benedice il giorno in cui aveva ucciso il suo falcone perchè è riuscito ad avere Giovanna.

Questa novella mi è piaciuta molto... Alla fine è stato un vero colpo di scena. Non mi sarei mai aspettata un finale così.

Arianna Forni ha detto...

Mi è piaciuto molto il racconto di Federigo degli Alberighi.
Mi ha colpito subito l' ingenuità di Federigo degli Alberighi, perché spende un sacco di soldi per farsi notare da Giovanna, la signora di cui si è invaghito, anche se lei non lo degna di uno sguardo.
Poi mi è piaciuta molto la storia di Federigo in povertà, perché riesce a sopravvivere anche grazie al suo falcone che lo aiuta a cacciare.
Quando arriva Giovanna a chiedergli il falcone, lui lo cucina senza esitare un attimo, anche se al suo animale tiene tanto; ho trovato intrigante il senso di colpa che Federigo si porta poi dentro per aver sacrificato l' animale.
Alla fine il brano dice che quando si sposano Federigo e Giovanna benedissero per sempre il giorno in cui lui aveva cucinato il falcone per offrirlo a lei in segno del suo amore.

Samuele Ascolese ha detto...

Mi ha colpito quando Federigo degli Alberighi ha messo a cuocere, per dar da mangiare alle due donne, il falcone che doveva dare alla mamma del bambino malato.

Gaia Ribotto ha detto...

Il racconto di Federigo degli Alberighi mi è piaciuto molto. Mi è dispiaciuto per Federigo che ha speso tutto per quella donna (Giovanna) che non lo ha guardato neanche, però senza questo particolare non si sarebbe creata la storia e quindi sono felice che sia successo. Mi ha colpito molto il fatto che Federigo abbia cucinato il suo falcone, che era l' unica cosa che gli è rimasta, per quelle due donne. Sono contenta che alla fine Giovanna e Federigo si sono sposati, perché Federigo ha sacrificato molti suoi beni per lei.

Agnese Binatti ha detto...

Il racconto che abbiamo letto si intitola "Federigo degli Alberighi". Narra di un uomo benestante che spese tutte le sue ricchezze per farsi ammirare da Giovanna, la donna di cui era innammorato, tuttavia lei non era interessata a Federigo.
Federigo, quando cadde in rovina, si trasferì in una casetta di campagna, passando le sue giornate cacciando col falcone. Caso vuole che Giovanna, dopo essersi sposata, rimase vedova e si trasferì vicino a lui. Suo figlio, che era fragile di salute, poco prima di morire chiese a sua madre di avere il falcone di Federigo, allora lei andò a casa di quest'ultimo a pranzo per domandarglielo, ma non potè avere il falcone perché le era stato servito come portata.
In seguito, il figlio di Giovanna morì e lei si sposò con Federigo, perché capì l'amore sincero che provava per lei.
Il racconto mi è piaciuto molto perché non ho trovato parole molto difficili nel testo e mi è sembrato molto interessante.
Mi sono rattristata per la morte del Figlio di Giovanna e per la morte del falcone, perché morì solo per essere servito in pasto per fare una bella figura. Mi ha colpito molto l'immenso amore di Federigo per Giovanna, che lo spinse a sacrificare tutti i suoi soldi e il suo falcone: la cosa a cui teneva di più.
Nonostante abbia trovato molti aspetti positivi nel brano, ho trovato l'amore di Giovanna un po' falso perché si sposò con Federigo solo dopo molte prove d'amore e non subito.

Anass Chaouqane ha detto...

In classe abbiamo letto un brano che si intitola "La carta è più paziente degli uomini" ed è stato scritto da Anna Frank. Lei era una ragazzina di 13 anni. Mi è piaciuta la parte in cui il padre di Anna Frank è scappato dal campo di concentramento, è riuscito a trovare il diario di Anna, e l'ha pubblicato per la prima volta ad Amsterdam.

Valentina Morlino ha detto...

In classe abbiamo letto un racconto intitolato "Federigo degli Alberighi". Federigo si innamora di Giovanna, e per farsi notare ed ammirare da lei, spende tutte le sue ricchezze, ma lei non lo ricambia. Il figlio di Giovanna si ammala, e vuole il falcone di Federigo. Giovanna, per accontentarlo, va a casa di Federigo per chiederglielo, ma siccome Federigo non ha nulla da offrirle, e vuole fare bella figura, cucina il suo falcone. Alla fine la donna sposa Federigo, perché capisce che lo ama veramente. Non mi è piaciuto molto questo brano perchè l'ho trovato noioso.

Nicolò Bignoli ha detto...

Federigo degli Alberighi
Secondo me questo racconto era da mettere nella sezione dei racconti comico umoristici, per il fatto che Giovanna va da lui per mangiare e per avere il falcone, ma Federigo glielo dà damangiare. Del resto non mi é piaciuto molto, a parte quando parla del falcone.

Jessica Gurra ha detto...

Il racconto che abbiamo letto si chiama:"FEDERIGO DEGLI ALBERIGHI". La storia narra di un uomo nobile e benestante che per una donna di nome Giovanna, di cui si era invaghito e che però non lo degnava di uno sguardo, decise di spendere tutto il suo patrimonio. Federigo rimanendo in rovina si dovette trasferire in campagna con il suo falcone.
Il destino volle che Giovanna dopo essersi sposata rimanesse vedova e con il figlio malato dovesse trasferirsi in campagna, in particolare vicino a Federigo. Il figlio di Giovanna nei giorni successivi andò a trovare l'uomo diverse volte, anche perché il falcone di Federigo era diventato una sua fissa. Dopo alcuni giorni il figlio di Giovanna si ammalò più gravemente e chiese alla madre di avere in dono il falcone di Federigo.
Così Giovanna uscì con una sua amica e andarono a casa di Federigo dove egli offrì da mangiare alle due fanciulle. Non trovando niente da offrire decise di preparare loro il suo falcone. Quando Giovanna gli disse il perché era lì, lo lasciò senza parole. Dopo la morte del figlio i fratelli e il padre di Giovanna le dissero che doveva scegliere un uomo che diventasse suo marito e lei scelse Federigo e così si sposarono.

Federico Mancani ha detto...

A me la storia che è accaduta a Federigo degli Alberighi ha appassionato molto. Mi ha fatto capire quanto può essere grande l’ amore di una madre, in questo caso Giovanna, nei confronti del proprio figlio. Mi è piaciuta molto la parte in cui Giovanna un giorno va a casa di Federigo e gli chiede il falcone per suo figlio, ma egli non sapendo ciò e non avendo né soldi né cibo decide di cucinarlo allo spiedo. Alla fine della mangiata Giovanna si fece coraggio e gli chiese la creatura. La storia finisce con la morte del figlio e il matrimonio tra Giovanna e Federigo. Mi ha affascinato il coraggio di Federigo nel sacrificare il falcone per mettere del cibo in tavola.

Tommaso Gurzoni ha detto...

Il racconto che abbiamo letto si intitola "Federigo degli Alberighi" e narra la storia di un uomo ricco che pur di conquistare una ragazza di nome Giovanna arriva a sperperare il suo patrimonio, ma senza successo, e per la delusione si ritira in campagna. Tempo dopo il figlio di lei si ammala e prima di morire chiede alla madre il falcone di Federigo. Lei si reca da lui, il quale, pur di darle da mangiare, uccide il falcone e lo fa arrosto. Lei si arrabbia ma apprezza il gesto e dopo un po', nonostante il parere contrario dei fratelli, lo sposa. A me questo racconto è molto piaciuto. Trovo molto interessante il fatto che il falcone riesca a procurare da vivere a Federigo con la caccia e che il figlio di lei si appassioni tanto al falcone.

Federico Maiolo ha detto...

La novella intitolata Federigo degli Alberighi mi è piaciuta molto, anche se trovo un po' irrealistico il fatto che Giovanna si sia trasferita proprio nel campetto vicino a quello di Federigo...
Federigo che era un uomo ricchissimo si innamorò follemente di Giovanna, la donna più bella del paese; Federigo arrivò al punto di spendere tutto il suo patrimonio per farsi notare da lei, anche se non ottenne nessun risultato...
Federigo ormai povero andò a vivere in un campetto.
Nel frattempo il marito di Giovanna morì e quindi Giovanna rimase vedova
e suo figlio si ammalò.
Giovanna portò il figlio in campagna e per un caso fortunato si trasferì vicino a Federigo.
Quest'ultimo aveva un falcone per cacciare e quindi procurarsi cibo.
Il figlio di Giovanna iniziò a frequentare il campo di Federigo e subito si innamorò del falcone. Lui disse alla madre che se avesse avuto il falcone si sarebbe sentito sicuramente meglio e la madre disse che avrebbe fatto il possibile.
Andò a casa di Federigo con una sua amica e si auto-invitarono a pranzo. Non trovando niente da offrire, Federigo decise di preparare loro il suo falcone. Quando Giovanna gli disse perché era lì, lo lasciò senza parole. Dopo questa notizia anche il figlio morì e i vari fratelli e il padre le dissero che era il momento di trovare un marito e Giovanna decise di sposarsi con Federigo.

Matteo Nappi ha detto...

Il racconto letto in classe “Federigo degl’ Alberighi” è un racconto triste ma allo stesso tempo, in alcune frasi, era abbastanza umoristico. Narra di una persona abbastanza ricca che si chiama appunto Federigo degl’Alberighi e che cerca di fidanzarsi con una donna che si chiama Giovanna, ma lei era già sposata. Federigo spende tutti i suoi soldi per conquistarla e, così facendo, diventa povero e si ritira in campagna a vivere con il suo falcone. Poco dopo, vicino a casa sua, vennero ad abitare Giovanna, ormai vedova, e il suo figlio malato. Un giorno il figlio di Giovanna gli dice che voleva il falcone di Federigo, e quando Giovanna e una sua “badante” vanno da Federigo, lui gli voleva offrire la cena ma non aveva nulla, allora decide di cucinare il suo falcone. Poi suo figlio morì e lei dovette prendere una decisione: sposare dei nobili con tanti soldi o Federigo degli Alberighi. Lei scelse Federigo perché aveva dimostrato di amarla sopra ogni altra cosa.

Leonard Goberja ha detto...

Federigo degli Alberighi
Questa storia narra di un uomo, Federigo degli Alberighi, che si innamora della giovane Giovanna. Federigo è un nobile ricco, con il suo patrimonio cerca di far innamorare Giovanna di lui, pero lei non si innamora.
Federigo spese tutto il suo patrimonio ma lei non si innamorò, Federigo decise di tenersi il suo falcone e andò a vivere in campagna.
Però dopo qualche tempo Giovanna diventò vedova, e il suo unico figlio si ammalò, il figlio disse alla madre che l’ unico modo per guarirlo era il falcone di Federigo.
La madre fu costretta ad andare da Federigo e chiedergli il suo falcone. Prima che glielo chiedesse, Federigo non avendo nulla per mangiare cucinò il suo falcone; alla fine del pranzo lei glielo chiese e lui si mise a piangere, dicendole che l’ aveva cucinato per lei.
Alla fine dopo qualche giorno il figlio di Giovanna morì, Giovanna, sotto pressione dei due fratelli per sposarsi, decise di sposare Federigo che la amava tanto.

Simone Mantovani ha detto...

Commento al testo Federigo degli Alberighi
Il testo Federigo degli Alberighi è una bella novella del Decameron, ma la novella da noi letta è stata trascritta in italiano moderno. Io preferivo leggerla in italiano antico, comunque il testo mi piace perché ambientato nel medioevo. A me è spiaciuto quando Federigo cucina il falcone e lo offre alle ragazze.

Greta Pulvirenti ha detto...

La storia di "Federigo degli Alberighi" mi è piaciuta molto, sia l' anno scorso sia quest'anno. La mia scena preferita è quando Giovanna chiede a Federigo di darle il suo amato Falcone, per suo figlio che stava molto male. L' uomo a malincuore purtroppo le rivelò che essendo povero non aveva niente da mangiare a parte il suo Falcone e aveva preferito dare alla sua amata il suo più caro amico piuttosto di niente. È stato un gesto sia d' amore che di coraggio e onore. A parte questa scena anche la storia in sé è molto affascinante. Il mio personaggio preferito è il bambino di Giovanna, perché mi ha colpito moltissimo l' ammirazione e la gioia che provava nel vedere il falcone di Federigo e la sua voglia di averlo era tale da farlo star male. Consiglio a tutti di leggere questa storia, anche a chi non è appassionato perché sicuramente coinvolgerà anche lui.

Anass Chaouqane ha detto...

Per me il testo di Federigo degli Alberighi è molto interessante, soprattutto quando Federigo non trova nè soldi nè cibo da far mangiare alla sua morosa. Allora prese il suo falcone, cui era molto affezionato, e lo mise a cuocere.
Mi ha colpito anche il finale, quando Federigo degli Alberighi si sposa.

Agnese Binatti ha detto...

Il brano che ho letto si intitola "No alle pozioni magiche". Nel testo Fiona May (una famosa atleta) descrive momenti in cui ha avuto a che fare con atlete che hanno vinto una gara solo perché avevano preso delle specie di droghe. Dice che era arrabbiata perché una volta le è stata soffiata via la vittoria proprio da una di queste ragazze, ma non sapeva cosa farci; perché se l'avesse accusata, avrebbe rischiato una denuncia.
Leggendo il racconto in me è sorta come una rabbia, perché non è giusto che qualcuno vinca solo perché ha assunto sostanze di cui è proibito l'uso. Non è giusto: in questo caso l'atleta non ha vinto correttamente e non grazie alle sue capacità, ma alla forza che gli hanno dato i farmaci.
So che purtroppo non sono pochi gli atleti che fanno uso di queste sostanze, accecati dal desiderio di vittoria. Non riesco a capire perché compiano un simile atto; io non riuscirei a darmi pace sapendo che ho vinto una gara non per le mie capacità, ma solo per aver barato.
A mio parere è meglio avere la sconfitta, ma con lealtà, piuttosto che la vittoria con slealtà.

Agnese Binatti ha detto...

Uno dei testi che mi ha colpito si intitola "Tre Federiche diverse". Si tratta di un'intervista fatta a Federica Pellegrini, nella quale lei racconta la sua storia e quella della sua carriera da nuotatrice e cita tutte le emozioni (le delusioni, le vittorie e le sconfitte) che ha provato.
Il brano si intitola "Tre Federiche diverse" perché durante l'intervista il giornalista mostra a Federica Pellegrini tre fotografie di lei da bambina, ragazza e adulta. Le foto sono quelle che la rappresentano perché nelle prima c'è la Federica che ha avuto successo quasi senza accorgersene, nella seconda una Federica delusa, e nella terza una Federica rinata.
Ciò che mi ha colpito del testo è quando Federica dice che è contentissima della sua vita ma a volte vorrebbe avere più tempo libero; perché la vita da persona famosa è bella per via della propria importanza, i fan e tutto il resto, ma è una vita più dura delle altre perché è difficile sopportare la pressione a cui ogni giorno si è sottoposti, ed è una vita di sacrifici.
Mi ha colpito, inoltre, quando Federica ha detto che si è messa a piangere durante una sua sconfitta, perché mi ha fatto capire che i personaggi famosi, benché dimostrino sicurezza davanti al pubblico, hanno delle fragilità come tutti.

Agnese Binatti ha detto...

Il racconto che ho letto si intitola "Lo sport fa bene al corpo e alla mente". Il testo cita molti aspetti positivi sullo sport, dicendo che fa bene al corpo, alla mente, all'anima e al cuore. Il testo narra che un adeguato esercizio fisico fa bene a tutti, persino agli asmatici e spiega che gli scolari che fanno attività sportiva riescono a imparare più velocemente.
Il racconto mi è piaciuto molto perché spiega che fare sport è molto importante e condivido quest'affermazione. Sono rimasta scioccata quando ho letto una frase che dice che alcune scuole considerano lo sport una perdita di tempo, e ciò non è assolutamente vero. Leggendo questa frase ho pensato che in realtà tutte le scuole, in un certo senso, considerano lo sport una perdita di tempo. Secondo me una cosa importante come lo sport andrebbe insegnata in un modo più approfondito, facendoci imparare tutti i suoi tipi; inoltre ci dovrebbero dare meno compiti e non una quantità eccessiva come ce ne danno, così da darci più tempo per praticare una quantità maggiore di attività fisica dopo la scuola.
Dal racconto ho imparato che lo sport fa bene anche agli asmatici, perché prima credevo che per via del loro problema non facesse loro bene, invece una quantità moderata di attività sportiva fa bene anche a loro.

Prof. GCO ha detto...

Complimenti, Agnese Binatti. I tuoi commenti sono sempre molto approfonditi e pertinenti, frutto di accurata riflessione. Grazie per il valido contributo che dai al nostro blog.

Greta Pulvirenti ha detto...

L' ULTIMO DEI ROMANTICI PAGG.470-471
Il bramo è un'autobiografia di Aldo Montano, un giocatore di scherma professionista che racconta i rituali che avvengono prima di un incontro. Il primo è il modo di vestirsi: parte dai calzini, la divisa, i pantaloni, la giacca, il giubbetto elettrico, agganciare la cerniera e per ultimissime le scarpe. Poi ha spiegato la funzione dello sguardo, molto importante. La maschera nel 1999 è stata modificata. Aldo racconta i vantaggi della nuova maschera: per esempio, si può capire con più facilità se l' avversario è in difficoltà, anche se lui preferiva non sapere ma combattere.
COMMENTO PERSONALE
E' molto bello che Aldo pur praticando uno sport abbastanza aggressivo riesca ad essere dolce e romantico, cercando con un po' di fatica a godersi le cose belle della vita.

Greta Pulvirenti ha detto...

UN RIGORE SBAGLIATO APPOSTA PAGG. 480-481
Il brano descrive un nuovo allenatore e spiega perchè il protagonista sbaglia un rigore apposta. Pierpaolo descrive il nuovo allenatore, pelato, con una maglietta bianca, bicipiti forti e un carattere arrogante. Inoltre cerca di aiutare un suo amico di squadra soprannominato "Belli Capelli" che fu il primo a notare il falso rigore. Il nuovo allenatore cambia tristemente tutte le regole del vecchio factotum e la squadra con rammarico ubbidisce sempre a tutti gli ordini.
COMMENTO PERSONALE
Gli obblighi del nuovo allenatore sono ingiusti come il suo comportamento nei confronti dei bambini, ammiro molto però la pazienza dei ragazzi.

Greta Pulvirenti ha detto...

NO ALLE "POZIONI MAGICHE" PAGG. 476-477
Il racconto narra di una atleta di nome Fiona che spiega il male dell'assumere "pozioni magiche". Lei spiega che assumere stupefacenti non dà la stessa soddisfazione di aver svolto gare pulite e senza barare. Fiona aggiunge che appena vide la nigeriana notò subito qualcosa che non andava in lei, vedeva che si comportava in modo molto strano, soprattutto perchè non alzava mai lo sguardo, guardava solo per terra.
COMMENTO PERSONALE
Io appoggio il concetto che vuole trasmettere Fiona: barare è molto brutto e scorretto nei confronti di chi si è impegnato e ha lavorato molto per svolgere al meglio il suo lavoro.

Gaia Ribotto ha detto...

NO ALLE POZIONI MAGICHE
Questo brano parla di una ragazza di nome Fiona che per anni ha gareggiato contro atlete drogate. Ha imparato a contenere la rabbia per questa cosa e infatti alla fine allenandosi molto riesce ad ottenere la medaglia d' argento per il salto in lungo. L' atleta che si classificò prima era un' atleta drogata e Fiona lo sapeva, ma non disse nulla perché comunque campionessa rimase solo per quel momento, perché poi l' effetto svanisce.
COMMENTO
Secondo me Fiona ha pienamente ragione sul fatto di non dir niente perché campionessa rimane solo per quel momento. È stata anche molto brava a non fare uso delle droghe per ottenere un buon risultato, ma si è allenata molto e io ammiro questa cosa e infatti è arrivata seconda.

Gaia Ribotto ha detto...

NUOTO, ARTI MARZIALI O ATLETICA?
Il racconto narra di bambini che fanno sport. Nei primi anni pochi bambini fanno sport in quantità adeguata e gli altri guardano la tv. I ragazzi fra gli 11 e i 14 anni praticano più sport dopo la scuola, dove non sempre l' esercizio fisico viene promosso in maniera adeguata. Su duemila ragazzini di terza media, alcuni non praticano nessuno sport e gli altri trascorrono 10-11 ore seduti. Il racconto spiega anche di non sottovalutare le conseguenze sociali perchè se si svolge un' attività fisica di gruppo, il ragazzo si può trovare in difficoltà e può essere emarginato.
COMMENTO
Secondo me è vero che molti bambini e ragazzi non fanno sport, ma dovrebbero farlo. Se poi si trova lo sport che piace tanto è ancora meglio e ci si diverte molto di più.

Gaia Ribotto ha detto...

UN RIGORE SBAGLIATO APPOSTA
Questo racconto narra di un ragazzo di nome Pierpaolo che cambia allenatore per qualche giorno e ne ha uno più severo. Alla fine dell' allenamento il nuovo allenatore gli urla dietro e distribuisce le medaglie. Le distribuisce in modo uguale all' allenatore sostituito tranne una. Quella la dà a un ragazzo che non ha mai giocato, invece l' allenatore sostituito la dava al ragazzo più bravo di lui (Nino). Alla fine della partita fece entrare Nino. Però ad un certo punto crollò e il rigore lo tirò Pierpaolo. L' amico di Pierpaolo si accorse che era crollato apposta, lo disse a Pierpaolo e allora il rigore lo sbagliò.
COMMENTO
Ammiro molto la lealtà di Pierpaolo. Non so quanti avrebbero fatto come lui. Mi dispiace però che la sua squadra abbia dovuto sopportare quell' allenatore che gli grida contro.

Veronica Cucchiara ha detto...

UN RIGORE SBAGLIATO APPOSTA
Questo brano spiega o descrive quello che la squadra di calcio pensa del nuovo allenatore
Il protagonista, Pierpaolo, descrive il nuovo allenatore calvo e arrogante, una maglia bianca da cui escono due grossi bicipiti tatuati.
Alla squadra non sembra piacer molto il cambiamento dell'allenatore a causa del suo comportamento e del modo di occuparsi della squadra.
La partita incominciò, gli avvesari erano tosti.
Ad un certo un ragazzino che aveva sostituito un componente della squadra si gettò a terra fingendosi infortunato alla caviglia. Era un rigore.
Pierpaolo si offrì volontario a eseguirlo.
Tirò la palla, ma purtroppo finì oltre la linea di fondo.
Pierpaolo crollò a terra sulle ginocchia coprendosi il viso con le mani.
"Belli capelli" gli si avvicinò e gli disse che era sicuramente un rigore sbagliato apposta.
Pierpaolo sotto le mani sorrise, pensava alle sfide che facevano lui e Nino al parco. Quelle a chi prendeva di più il palo.
COMMENTO
Sinceramente questo racconto non è stato un granché, è stato un po' noioso.
Penso però che il comportamento del nuovo allenatore sia sbagliato nei confronti di tutta la squadra.

Veronica Cucchiara ha detto...

NO ALLE "POZIONI MAGICHE"
Questo racconto narra di una ragazza di nome Fiona che è obbligata a gareggiare con altre atlete che fanno uso di droghe per vincere.
All'inizio Fiona era parecchio arrabbiata, ma col passare del tempo è riuscita ad abituarsi e a mantenere la calma.
Fiona nella prova del salto in alto è riuscita ad ottenere sette e zero due ed è riuscita a vincere la medaglia d'argento.
Mentre il primo posto posto è riuscita a prenderlo la nigeriana.
Fiona sapeva che era riuscita ad ottenere sette e dodici solo facendo uso di droghe.
Però non ha detto niente, tanto continua a pensare che la nigeriana rimarrà campionessa delle Olimpiadi solo fino alla fine dell'effetto delle droghe, mentre lei è riuscita a guadagnarsi il secondo posto con otto mesi di allenamento.
COMMENTO
Secondo me Fiona ha ragione a pensare che comunque campionessa ci rimane per ben poco.

Veronica Cucchiara ha detto...

LA GRANDE SFIDA.
Questo brano narra di questo ragazzo che è "amicissimo" del suo compagno Bruno Liberati, ma il tennis tende a dividerli.
Bruno nel tennis era fortissimo, nessuno poteva batterlo.
Il ragazzo tante volte ha giocato con lui e tutte le volte è stato sconfitto.
Allora decise di allenarsi tantissimo tenendolo nascosto a Bruno, così lui non poteva aumentare la sua forza allenandosi.
Il ragazzo si allenò fino allo svenimento.
Riuscì a fare 50 giri di corsa senza fermarsi e senza avere il fiatone.
Arrivò il grande giorno.
Il ragazzo propose a Bruno di fare un torneo. Bruno accettò la sfida.
Il ragazzo prima giocò con altri due ragazzi ma riuscì a sconfiggerli facilmente. Arrivò il turno per giocare con Bruno. Misero in palio il "buffalo Bill".
Il ragazzo si presentò fortissimo e instancabile, riusciva a parare ogni servizio, mentre Bruno era completamente scioccato dalla forza del ragazzo.
La partita si conclude con la vittoria del ragazzi.
Bruno si avvicinò dove teneva i panni e prese la collezione di figure.
Li diede al ragazzo.
Il ragazzo le prese e gli disse: "Facciamo metà per uno".
Bruno rifiutò, girò la faccia e il ragazzo fece appena in tempo a vedere che piangeva.
COMMENTO
Questo brano mi è piaciuto molto, fa capire come si riesce a raggiungere traguardi che sembravano impossibili, allenandosi.
Un po', se devo essere sincera ,mi è dispiaciuto per Bruno alla fine, però è stato un colpo di scena.

Tommaso Gurzoni ha detto...

NO ALLE "POZIONI MAGICHE"
Il testo narra la storia di Fiona May, una grande atleta, e delle Olimpiadi di Atlanta. Durante questa competizione viene battuta da una nigeriana che fino a poco tempo prima non aveva avuto nessuna esperienza sportiva. Per vincere infatti ha dovuto usare delle "pozioni magiche", ossia il doping. Fiona non sopporta di dover gareggiare con delle atlete drogate, che non giocavano pulito e che la battevano slealmente. Ma il suo unico e importante obbiettivo era quello di raggiungere il suo personale successo sapendo di non aver imbrogliato. Nonostante non abbia vinto, lei è contenta perché il suo duro e severo allenamento aveva dato i suoi frutti e aveva dimostrato che si possono fare grandi cose anche senza drogarsi.
COMMENTO: Questo racconto mi è molto piaciuto perché spiega che non è necessario prendere il doping per vincere una gara e che un allenamento regolare può dare grandi risultati e la consapevolezza di essere un atleta pulito, capace e rispettoso delle regole.

Tommaso Gurzoni ha detto...

TRE FEDERICHE DIVERSE
Questa specie di intervista descrive la storia di Federica Pellegrini, la più grande nuotatrice italiana di tutti i tempi. Tutto è cominciato quando nel 2004 ha vinto la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atene stile libero. Era molto contenta e sicura di sé, forse anche troppo. Aveva gareggiato con grandi atlete ed era avvenuto il miracolo. Dopodiché si è trasferita a Milano e l'anno dopo a Montreal si è di nuovo guadagnata l'argento. Ma non era felice: è delusa e distrutta. Ha pianto tanto per quella sconfitta e veniva accusata di essere capricciosa. Infine, nel marzo del 2007, a Venezia ha vinto la medaglia d'oro con un nuovo allenatore e un nuovo sponsor che le hanno fatto ritrovare la ragazza che c'è in lei.
COMMENTO: Questo racconto è molto interessante perché descrive come un'atleta possa diventare famoso, avere delle ricadute e rialzarsi. È anche molto particolare il fatto che a soli sedici anni una ragazza si dedichi tanto allo sport e riesca ad essere tra i migliori del mondo grazie alla sua voglia di dare il meglio che può.

Tommaso Gurzoni ha detto...

LA GRANDE SFIDA
La storia racconta di due ragazzi nella stessa classe. Erano compagni di banco ed erano grandi amici. Tra di loro, però, c'era una rivalità nel tennis. Bruno, l'amico del protagonista, era molto bravo e vinceva sempre. C'era chi diceva che sarebbe diventato un campione. L'altro ragazzo allora, definito uno qualunque, decide di batterlo. Essendo piuttosto mingherlino, ha dovuto allenarsi moltissimo tutte le notti e senza andare ai soliti allenamenti. Era migliorato molto e di più non poteva. Alla fine lo sfidò mettendo in palio duecento figurine. Il giorno della sfida tutti erano sicuri che Bruno avrebbe vinto facilmente. Invece lo sfidante gli diede parecchio filo da torcere sorprendendolo molto. Dopo una grande sfida il ragazzo vinse dimostrando che anche i migliori a volte possono essere sconfitti.
COMMENTO : Una storia veramente bella! Mi è molto piaciuta la parte dell'allenamento e di come il protagonista ha saputo battere il migliore dei migliori. È particolarmente astuto il piano di non venire agli allenamenti fingendo di essere fuori forma e ingannando l'avversario.

Valentina Morlino ha detto...

NO ALLE POZIONI MAGICHE
Il racconto che ho letto si intitola "No alle pozioni magiche", e racconta di Fiona May, campionessa mondiale di salto in lungo, che durante una gara si trova a competere con un'atleta, Chioma Ajunwa, he probabilmente ha fatto uso di "pozioni magiche". il risultato di Fiona era ottimo: sette e due, ma al primo posto arrivò Chioma Ajunwa, che aveva fatto sette e dodici. Fiona pensava che aveva fatto usa di una "pozione magica", perché lei si era allenata duramente otto mesi, mentre Chioma si era qualificata solo due settimane prima della gara.

Valentina Morlino ha detto...

L'ULTIMO DEI ROMANTICI
Il brano "L'ultimo dei romantici" è l'autobiografia di Aldo Montano, un campione di scherma che rimpiange alcune caratteristiche della scherma oggi scomparse, e che racconta dei riti che compie e delle emozioni che prova prima di ogni gara. Il rito che compie Aldo prima di ogni gara è il modo in cui si veste, che è ordinato in questa sequenza: prima i calzini, poi la divisa, dopo i pantaloni e sopra la giacca, poi le scarpe (ma senza allacciarle), infine il giubbetto elettrico, infilando per prima la manica destra poi la sinistra. La cerniera va allacciata per penultima e per ultime le scarpe.

Nicolò Bignoli ha detto...

Pelè
Pelè fu un noto calciatore che vinse molti titoli. Certe volte compiva cose incredibili come fermare una guerra.
Nacque in Brasile, in montagna.
Il suo millesimo goal lo compì nel Maracana e ancora oggi si ricorda quel giorno. E' bello sapere che in passato esistevano forti passioni sportive, che danno stimoli a quelle odierne, la gente ancora oggi riguarda le azioni di quegli sportivi, per poi provare a rifare quello che fecero e per avere più grinta.

Nicolò Bignoli ha detto...

No alle "pozioni magiche"
Fiona era un'atleta di salto in lungo.
Ogni tanto si trovava contro persone dopate, questo la faceva arrabbiare, a lei invece piaceva la lealtà. Capì che aveva in squadra una di quelle dopate. Lei lo sospettava perchè si era qualificata molto tardi mentre Fiona si era preparata molto. In finale arrivarono entrambe ma vinse la dopata. Questo brano fa capire che i dopati vincono una volta e basta, mentre se ritorni da dopato ti scoprono.

Nicolò Bignoli ha detto...

Un rigore sbagliato apposta
Non c' era più l' allenatore e ne arrivò uno nuovo più cattivo, che ad ogni errore in allenamento si arrabbiava. Negli spogliatoi chiarì che comandava lui e cambiò la formazione: Nino il centrocampista più bravo e giocatore più forte della squadra venne sostituito da uno che era il contrario di lui. La partita era equilibrata finché non ci fu un rigore per loro. Pieropaolo tirò ma lo sbagliò.
Il brano fa capire che ad una certa età le cose non sono più come prima, non puoi più essere trattato come un bambino ma più come un ragazzo e devi imparare che certi sacrifici vanno accettati.

Arianna Forni ha detto...

UN RIGORE SBAGLIATO APPOSTA
La squadra di calcio di Pierpaolo cambia allenatore, ma quest' ultimo è sgarbato e arrogante.
Il nuovo allenatore considera i calciatori degli incapaci e pensa che il vecchio allenatore non abbia fatto un buon lavoro con loro.
I giocatori si stupiscono per il fatto che l' allenatore non inserisca in squadra il giocatore più bravo, amico di Pierpaolo, in campo ma lo lasci come riserva mettendo un ragazzo che non aveva mai giocato una partita.
Pierpaolo così, per il suo amico, sbaglia un rigore di proposito facendo perdere la squadra.

Questo brano mi è piaciuto molto, soprattutto perché esprime un sentimento di solidarietà verso il prossimo.
Secondo me l' allenatore non ha avuto un comportamento giusto, perché anche se può essere utile sostituire i giocatori prima di una partita difficile non è tuttavia giusto escludere il più bravo.
Io non so se mi sarei comportata come Pierpaolo, perché forse mi sarebbe sembrato un sacrificio non utile in quel momento.

Arianna Forni ha detto...

TROPPO VELOCE
Il protagonista di questa storia, Danny, vuole riuscire ad acquistare l' affetto del padre e così incomincia a praticare l' atletica leggera.
Si allena in segreto e diventa molto veloce.
Grazie al suo allenamento, riesce a rappresentare la sua squadra a una gara importante; il padre è molto contento e perciò lo vuole venire a vedere.
Danny però parte troppo veloce e visto che non ce la fa più arriva ultimo.
Per questa delusione abbandona la corsa e peggiora il rapporto con il padre.

Se mi fossi ritrovata nei panni di Danny avrei fatto la stessa cosa, perché è importante avere l' affetto del padre ad ogni costo.
Io penso che sia anche un po' colpa del padre se Danny è arrivato ultimo, perché l'allenatore gli suggeriva sempre di non bruciare le sue energie nella prima parte della gara, ma di conservarle per lo scatto finale.
Questa volta Danny ha preferito ascoltare gli incitamenti del padre esaurendo le forze nella parte iniziale della gara e arrivando così esausto al traguardo.

Arianna Forni ha detto...

LA GRANDE SFIDA
Il protagonista di questa storia è molto amico del suo compagno di banco.
Loro amano in tennis, ma per colpa di questo gioco non sono più amici.
Bruno è molto bravo a giocare a tennis, ma così bravo che è imbattibile e questa cosa non piace al protagonista.
Egli vuole battere Bruno e così si allena duramente di notte.
Il giorno della grande partita, il protagonista grazie ai suoi allenamenti notturni riesce così a vincere dando il massimo e andando avanti anche quando si sente scoppiare.

Secondo me questo brano è un chiaro esempio del fatto che se si vuole ottenere qualcosa anche al di fuori delle proprie capacità, se ci si crede fino all' ultimo e si lotta duramente, si riesce a raggiungere il risultato voluto.
Io forse mi sarei comportata come il protagonista perché è quello che delle volte succede nella pallavolo.

Silvia Marongiu ha detto...

TRE FEDERICHE DIVERSE
Federica Pellegrini atleta olimpica viene intervistata da una giornalista sulla sua vita sportiva. Federica, felice di rispondere alle domande, ad un certo punto si emoziona per tre foto che la giornalista tira fuori dalla tasca: nella prima foto si vede Federica urlare di gioia per aver vinto la medaglia d’ argento (ATENE 2004); nella seconda Federica era in lacrime perché aveva vinto la medaglia d’argento al posto di quella d’oro (MONTREAL 2005); e nella terza foto si può osservare Federica con le mani al cielo che grida la sua gioia perché è la donna più veloce al mondo.

Silvia Marongiu ha detto...

NO ALLE POZIONI MAGICHE
Fiona May, una campionessa di salto in lungo, si trova in una gara ad Atlanta dove vince la medaglia d’argento. Alla consegna del premio la prima atleta sul podio (vincitrice della medaglia d’oro) andò da Fiona per stringerle la mano, ma quando Fiona si girò guardandola negli occhi l’altra li abbassò. In quel momento Fiona capì che a lei interessava essere sul podio onestamente senza utilizzare "pozioni magiche".

Silvia Marongiu ha detto...

TROPPO VELOCE
Danny, un bambino che vuole far colpo sul padre, decide che ogni mattina andrà a far allenamento di atletica. Tutte le mattine si alza alle 6:30. Un giorno l’allenatore decide di far fare ai suoi allievi un miglio di corsa e Danny riesce a farlo nel tempo dei professionisti. L’allenatore si congratula con lui dicendogli che un giorno potrà diventare velocissimo e battere tutti i record.

Federico Maiolo ha detto...

UN RIGORE SBAGLIATO APPOSTA
Per un misterioso motivo il mister della squadra di calcio di Pierpaolo non si presenta agli allenamenti, ma al suo posto si presenta un “tutto fare” molto più cattivo che non spiega neanche il perché di questa assenza. Inizia subito a farli allenare pesantemente e a ogni minimo errore li insulta; alla fine degli allenamenti, negli spogliatoi gli dice che sono scarsi e che il loro vecchio mister li ha abituati alle carezze e agli abbracci ma che con lui sputeranno sangue.
Arrivato il momento della partita il mister assegna le maglie ai titolari ma al giocatore più forte della squadra, Nino, non viene data. La maglia da titolare viene però data a un ragazzino che non ha mai giocato come titolare e di cui si sa ben poco.
Il ragazzino che non ha mai giocato prova a fare un dribbling in area di rigore ma cade.
L’arbitro dà il rigore e visto che Nino non può batterlo perché è in panchina lo batte Pierpaolo. Ma visto che il ragazzo che non ha mai giocato è caduto apposta, Pierpaolo lo tira sul palo apposta.
COMMENTO
Secondo me questo è un testo interessante, ma il comportamento dell’allenatore è esagerato. Quello che l’autore vuole spiegare è che dopo il cambio di categoria il comportamento degli allenatori è diverso da quello che c’era nelle categorie più basse.

Federico Maiolo ha detto...

Fiona per svariati anni ha dovuto competere con degli atleti che si drogavano per vincere le gare.
Con il tempo ha imparato a non prendersela più per questo, ma a puntare solo su quello che sapeva fare e ai suoi obiettivi personali.
Il giorno della gara Fiona era contenta perché aveva fatto un ottimo punteggio: 7.02; infatti questo è il record di salto in lungo italiano attuale.
A vincere la gara però è stata l' atleta nigeriana con un punteggio di 7.12 anche se si vedeva che era dopata, ovvero drogata.
Quando è andata a complimentarsi con Fiona per l'ottimo punteggio lei rispose con un sguardo molto cattivo e nessuna risposta.
Dopo un po' di tempo la Greta nigeriana se ne andò e mentre se ne andava Fiona pronunciò questa frase:"Sicuro come l'oro che hai vinto: tu dopo oggi sparisci".
E infatti fu così...
COMMENTO
Questo testo tratta un argomento attuale, ovvero il doping: gli atleti si drogano per vincere le gare.
Secondo me è un ottimo testo però non è molto chiaro il finale.

Federico Maiolo ha detto...

L'ULTIMO DEI ROMANTICI
Questo racconto è narrato da Aldo Montano, un giocatore di scherma.
Dice che lui vorrebbe tornare indietro perché la scherma ai tempi era bellezza, infatti dice che la preparazione ai tempi era quasi spirituale una cosa religiosa, mentre adesso ci sono le solitE preparazioni.
Lui dice anche che l'avversario lo studia prima dello scontro, per poi arrivare ben preparato anche se prima c'è sempre un po' di ansia.
Aldo usa la tecnica dell'auto-convinzione, infatti dice sempre che lui è il più forte.
Giunto il momento dello scontro Aldo dice che che c'è sempre una specie di gara di sguardi e quello che abbassa per primo gli occhi ha già perso in partenza perché vuol dire essere più debole.
Anche se però Aldo rimane dell'idea che è meglio combattere che sapere.
COMMENTO
Secondo me questo è un ottimo testo perché non è del tutto informativo ma esprime anche l'idea di Aldo sulla scherma.

Leonard Goberja ha detto...

Questo testo narra di Aldo, un giocatore di scherma, che spiega cosa faceva prima del suo combattimento: per esempio aveva l'abitudine di guardare le mosse dell' avversario, di studiare le sue tattiche, osservando che quando l' avversario abbassava gli occhi significava che era debole.
Alla fine Aldo preferisce ritornare alla vecchia scherma che per lui era meglio.
COMMENTO
questo testo sinceramente non mi è piaciuto, non è quello che mi aspettavo dal titolo e dal sottotitolo.

Leonard Goberja ha detto...

Fiona May è una campionessa di salto in lungo, che un giorno in una gara ad Atlanta si scontra con una avversaria che riesce a superarla e vince diventando prima e Fiona diventa seconda. Fiona andando dalla vincente si accorse che aveva fatto uso di una "pozione magica"
COMMENTO
questo testo mi piace perché insegna che si vuole diventare atleti non bisogna far uso di "pozioni magiche"


Simone Mantovani ha detto...

La grande sfida
Questo testo narra di due amici che però sono acerrimi rivali nel gioco del tennis; per via della bravura di Bruno rispetto al protagonista c'è tensione, che diventa infuocata con i complimenti del commentador Meroni. Allora il protagonista inizia un allenamento intensivo, praticato la sera per non farsi vedere da Bruno: comprendeva i giri del campo sportivo, l’ arrampicarsi sugli alberi e il giocare a tennis contro il muro. Era pronto per il grande giorno. Al terzo break erano a 40-15 per il protagonista. Al tie-break il risultato era di 6-6. Infine vince grazie a una schiacciata in rete al decimo gioco.

Simone Mantovani ha detto...

No alle pozioni magiche
Il brano narra di Fiona May che per anni si trova contro atlete forse drogate ma lei non lo può dire per non rischiare denunce in caso non lo fossero. Vinse l’ argento nelle olimpiadi di Atlanta, ma l’oro lo vinse una nuova per soli 10 centimetri e Fiona pensò che avesse usato qualche pozione magica, Comunque quell’ atleta probabilmente per la stessa pozione scomparve dalla scena.

Simone Mantovani ha detto...

Un rigore sbagliato apposta
Il brano parla di Pierpaolo, un ragazzino che gioca a calcio. Il primo allenatore non gli sta particolarmente a cuore, un martedì viene sostituito da uno alto e muscoloso che non fa altro che insultare e urlare contro i giocatori. Il sabato, il giorno della partita, distribuisce le maglie e non l’affida a Nico. Pierpaolo però ha da ridire ma l’ allenatore lo respinge con cattiva freddezza. La partita comincia e è ancora sullo 0-0 quando il sostituto di Nico si lascia cadere e l’arbitro fischia il rigore. Pierpaolo in qualità di vice-rigorista batte il rigore mandandolo sul palo apposta fingendosi disperato.

Federico Mancani ha detto...

No alle “pozioni magiche”
In questo racconto Fiona May, campionessa mondiale di salto in lungo, ha il sospetto che qualche atleta abbia utilizzato droghe.
Dentro di sè sapeva che doveva combattere duro per guadagnarsi la medaglia d’oro, inoltre sapeva che il più severo giudice era la sua coscienza.
Fiona non pretendeva soltanto la vittoria ma anche chiarezza e lealtà.
Dopo mesi di duro allenamento arrivò il giorno della gara: ella arrivò seconda alle Olimpiadi di Atlanta, il suo salto divenne record italiano ma purtroppo fu superata da una Nigeriana.
Subito lesaltò in mente la domanda:” Ma questa tizia da dove salta fuori?”

Commento:
Io, se fossi stata al posto suo avrei fatto la stessa cosa. Anche se nella vita non si riesce ad arrivare sempre primi non significa che siamo meno bravi.
È più bello sapere che si è arrivato fino a lì con i propri sacrifici che con aiuto di “pozioni magiche” e questo rende la vittoria ancora più grande.

Federico Mancani ha detto...

Un rigore sbagliato apposta
Nella squadra di Pierpaolo prima di una partita importante l’allenatore Angelo fu sostituito da un altro che si dava arie e che offendeva i ragazzi in modo scorretto, non dimostrando rispetto nei loro confronti e cercando di metterli uno contro l’altro.
Nello spogliatoio il mister assegna la maglia numero 11 a un ragazzino poco bravo, lasciando in panchina Nino che era sempre il migliore in campo.
Quando l’ arbitro fischiò il rigore fu Pierpaolo a dover battere il rigore, a quel punto egli lo sbagliò apposta indirizzando il pallone dritto nel palo perché non era d’accordo con la decisione del mister, facendo perdere la partita.

Commento:
Io non so esattamente cosa avrei fatto in campo ma sono sicuro che il mister abbia sbagliato.

Samuele Ascolese ha detto...

Troppo veloce
Questo testo parla di un ragazzo di nome Danny, che per conquistare l'amore del padre decide di cimentarsi nello sport. La sua unica possibilità era la corsa. Non è molto veloce, ma i suoi sforzi lo ripagano. L'allenatore gli dice che potrebbe ambire a un terzo posto in una gara podistica. Il giorno della gara, Danny non vorrebbe i suoi genitori sugli spalti a fare il tifo per lui. Ma loro sono là! Danny, sentendosi euforico dall'incitamento del padre, sbaglia. Parte subito veloce e arriverà senza fiato a fine corsa. Il padre rimarrà deluso, e anche lo stesso Danny deciderà di rinunciare per sempre a correre.
Il voler essere dei figli perfetti per i propri genitori non è la miglior cosa da fare. I nostri genitori ci devono accettare, esattamente, come siamo. Con i nostri difetti e pregi. Senza volerci modellare a loro piacimento. Ogni figlio è unico e speciale!!

Samuele Ascolese ha detto...

Un rigore sbagliato apposta
Questo brano parla dell'importanza del valore dell'onestà anche nel gioco del calcio. una giovane squadra di calcio, composta da ragazzini, cambia allenatore. Il precedente era gentile con loro, mentre il nuovo è un uomo duro, scortese e autorevole. Tratta i ragazzini con autorevolezza, e non vuole sentire discussioni in merito ai suoi ordini di gestione della squadra. Il giorno del match, contro un avversario forte, l'allenatore decide di cambiare un giocatore titolare con una riserva. I giocatori rimangono perplessi da tale decisione. La riserva è il figlio di un uomo importante. Pierpaolo, il titolare sostituito, é un ragazzino onesto e leale, che si era ripromesso di restituire un favore ricevuto. Appena gli fu possibile attuò il suo piano. Nino, la riserva che lo aveva sostituito, finge di aver subito un fallo. Pierpaolo decide di battere lui il rigore concesso dall'arbitro. E lo sbagliaaa!!!!!!! Belli Capelli, il migliore amico di Pierpaolo, va a chiedergli, incuriosito, se lo avesse fatto apposta... e Pierpaolo sorride.
Penso che l'onestà e la sincerità siano due qualità che dovrebbero sempre essere presenti nel gioco del calcio, come del resto anche in tutti gli altri sport. Gli errori si possono commettere, e gli arbitri possono sbagliare a giudicare un azione. Ma se fossero aiutati dai calciatori a capire se il fallo è reale sarebbe più giusto. Forse se i calciatori amassero davvero questo sport e non pensassero solo al loro guadagno personale... Darebbero anche un insegnamento grandissimo a noi giovani che li ammiriamo e vorremmo essere come loro da grandi.

Samuele Ascolese ha detto...

No alle " pozioni magiche "
In questo racconto viene narrato un episodio di atletica leggera, riguardante la famosa campionessa italiana di salto in lungo Fiona May. E' una persona molto orgogliosa dei suoi risultati ottenuti lealmente, grazie ad allenamenti estenuanti e rigorosi. Questo episodio avvenne alle Olimpiadi di Atlanta. Lei arrivò seconda e vinse la medaglia d'argento. Prima arrivò un altra atleta. A lei parve sospetta questa apparizione. E aveva ragione. Infatti dopo la sua vittoria, la nuova atleta sparì, perchè la sua vittoria non era reale, ma era stata ottenuta grazie ad uno espediente chimico che aumenta la massa muscolare, alterando l'apparenza fisica. Questo medicinale può sembrare un ottimo sistema per vincere, ma non ti rende orgogliosa dei tuoi sforzi e sacrifici a cui un atleta onesto invece aspira.
Una medaglia d'oro vinta in modo disonesto rende l'atleta meno orgoglioso rispetto ad un atleta che ha vinto una medaglia di bronzo in modo onesto. Un allenamento duro, con ore e ore di sforzi, ripaga il proprio animo e il proprio allenatore più di una medaglia. La nostra coscienza è il nostro peggior giudice!!!

Michelle Muratore ha detto...

NO ALLE "POZIONI" MAGICHE.
Questa ragazza di nome Fiona è campionessa di salto in lungo con sette e zero due.
In tutta la sua carriera di ritrova a competere con altre atlete che fanno uno di droghe per riuscire a vincere il primo posto.
La Nigeriana riuscì ad avere il primo soltanto per aver fatto uso di droghe.
Fiona si irrita a pensare che per vincere barano, invece il suo risultato è frutto di allenamento.
Però Fiona continua a pensare che campionessa delle Olimpiadi ci rimaneva solo un po' perché poi l'effetto sparisce.
COMMENTO
Il brano mi è piaciuto e la penso come Fiona, cioè non è giusto assumere droghe per meritarsi il primo posto.

Michelle Muratore ha detto...

UN RIGORE SBAGLIATO APPOSTA

Pierpaolo gioca in una squadra di calcio e il suo allenatore viene sostituito da uno nuovo, molto diverso del loro.
Il nuovo allenatore è arrogante, calvo e indossa una maglia bianca da cui escono due grossi bicipiti tatuati.
La squadra non sembra molto contenta del nuovo allenatore e dei suoi cambiamenti.
Il giorno della partita il nuovo allenatore sostituì Nino con un altro ragazzino che durante la partita finse di farsi male buttandosi a terra.
"Belli capelli" si accorse e lo riferì a Pierpaolo che si presa il l'incarico di eseguire il rigore sbagliandolo apposta.
Fingendo di essere dispiaciuto, Pierpaolo si gettò a terra coprendosi il viso con le mani.
Ma sotto le mani sorrideva perché ricordava quando giocava al parco con Nino e giocavano a chi prendeva più volte il palo.
COMMENTO
Il racconto è stato abbastanza carino.
Ma penso che il comportamento dell'allenatore è assolutamente troppo esagerato.

Michelle Muratore ha detto...

LA GRANDE SFIDA
il ragazzo protagonista era amicissimo dei suoi compagni di scuola. Ma da Bruno Liberati li divideva una rivalità al gioco del tennis.
Il ragazzo protagonista non è mai riuscito a vincere contro di lui.
Perciò ha chiesto a Bruno una sfida e in palio per questa sfida c'era la collezione del Buffalo Bull.
Il ragazzo protagonista si alleno tantissimo e il giorno della gara era pronto per giocare con Bruno.
La gara è stata dura ma è finita con la vittoria del ragazzo protagonista.
Bruno consegnò come previsto la c ollezzione di Buffalo Bill.
Il ragazzo protagonista propose di dividere il premio ma Bruno rifiutò.
Il ragazzo fece in tempo a vedere che Bruno piangeva.
COMMENT
Questo brano mi è piaciuto più di tutti.
Penso che se si vuole raggiungere un obbiettivo, con un po' di sforzo si riesca a raggiungere.

Leonard Goberja ha detto...

Pele
Pelè è stato il giocatore più forte al mondo, nacque il 23 ottobre 1940 in Brasile, in una famiglia povera. Pelè aveva fatto il record dei gol, 1281 in 1363 partite, il suo millesimo goal lo fece nello stadio Maracana, a soli 17 anni fece vincere al Brasile la coppa del mondo contro la Scozia.
E stato un giocatore leggendario.
COMMENTO:
Pelè lo conoscevo già da tanto tempo, però anche se ci sono giocatori più forti lui sarà sempre il migliore per me

Federico Mancani ha detto...

La grande sfida
Questo è un racconto che riguarda due grandissimi amici che condividondo il banco della scuola e hanno in comune la passione del tennis.
Bruno, l’amico del protagonista, è il più forte di tutti, nessuno riusciva batterlo.
Il protagonista invece era più debole, meno allenato e quando sentiva dire gli altri dire:”Bruno, diventerai il migliore” pensava:”Posso farcela anche io”.
Un giorno il protagonista incominciò ad allenarsi senza dire niente a nessuno e pian piano diventò anch’egli molto bravo.
Arrivò il giorno della grandissima sfida e il ragazzino decise di scommettere anche la sua collezione da 200 figurine.
Alla fine, set dopo set con tanta decisione riuscì a vincere e decise di dare la metà della sua collezione a Bruno anche se lui non l’ accettò.

Manuel Salamone ha detto...

Un rigore sbagliato apposta
Questo racconto parla di una squadra che si ritrova con un nuovo allenatore, chiamato da tutti "Mastrolindo" e di un giocatore leale di nome Pierpaolo. Un giorno avevano una partita e in campo si ritrovarono giocatori che con il vecchio allenatore non giocavano quasi mai e in panchina quasi tutti i titolari, per giunta con numeri di maglia diversi da quelli che dava il vecchio allenatore. La partita era ferma sullo 0-0 quando l'arbitro fischiò un rigore che non c'era da parte della squadra di Pierpaolo; tra le proteste del pubblico Pierpaolo decise di battere il rigore al posto del suo compagno di squadra che era in panchina. Il rigore lo sbagliò ma apposta, perché sapeva che il fallo non era stato commesso e che il suo compagno di squadra aveva solo finto.

Anass Chaouqane ha detto...

No alle《pozioni magiche》

Fiona si è trovata a competere con atlete che lei pensava drogate. Fiona ha imparato a non prendersela più di tanto per arrivare ai suoi obbiettivi e le sue capacità. Quando doveva competere c'erano dei giudici severi e alcuni non volevano solo la vittoria ma la chiarezza. Fiona era felice perché sapeva che il suo era un bel risultato. Dopo otto mesi di allenamento duro ha avuto anche settimane di solitudine. Fiona si è ritrovata anche un' avversaria molto più forte di lei che aveva fatto 7,12 di lunghezza. Fiona si era sbalordita, e ha iniziato a pensare che questa era magia. Infine la ragazza si allontanò con gli occhi bassi. Fiona si rilassó come per la stessa magia.

Mi è piaciuto molto il finale, quando la cenerentola sparì e Fiona si rilassò come la stessa magia. Bello!!!

Gaia Ribotto ha detto...

Il racconto intitolato: "Biciclettone" scritto da Pier Paolo Pasolini a pagina 364 del libro di antologia mi è piaciuto molto. Sono rimasta colpita dalla gentilezza di quel bambino che ha voluto comprare un chinotto e un bicchiere di acqua acetosa per l' adulto, quando poteva tenere quei soldi per sé e comprarsi qualcos'altro siccome non ha molti soldi. Quel gesto è stato molto bello da parte sua. Sono anche felice dalla promessa di ricambiare da parte dell' adulto perché oggi non tutti ricambiano. Il racconto è stato scritto in maniera semplice e stuzzica la curiosità del lettore, infatti una volta che hai iniziato a leggere non riuscirai più a smettere fino alla fine.

Arianna Forni ha detto...

TONIO E HANS
Questo racconto non mi è piaciuto molto perché secondo me oltre al rapporto di amicizia tra i due non c'è nessun avvenimento preciso e appassionante.
Se fossi stata Tonio, io mi sarei arrabbiata molto già dall' inizio, cioè da quando Hans aveva detto come se fosse un obbligo che doveva tornare a casa con lui.
Hans secondo me, quando aveva chiesto scusa a Tonio per averlo fatto aspettare davanti a scuola, l' aveva fatto solo perché vedeva che l' amico era triste e quindi si era sentito in dovere di farlo.
A me non piacerebbe avere un amico come Hans perché non pensa di ferire gli altri con le sue opinioni e poi secondo me è anche un po' egoista e egocentrico.
Una cosa che proprio non mi è piaciuta di questo racconto è il fatto che Erwin Jimmerthal non chiede o a Hans o a Tonio se poteva prendere i bonbons ma li prende così come se fossero suoi.

Agnese Binatti ha detto...

Il brano che ho letto sul libro di antologia si intitola "Tonio e Hans". Il racconto non mi è piaciuto per niente perché, secondo me, non si può definire amicizia il rapporto tra i due protagonisti. Anche se il brano narra del grande sentimento di amicizia che Tonio prova per Hans non si può definire tale: Tonio invidia il modo di essere di Hans e cerca di trascinarlo nel suo, inoltre, nel testo è spiegato che era amico di Hans solo per il suo bell'aspetto e perché gli sembrava in tutto e per tutto il suo opposto. Per me si è amici con qualcuno dal momento in cui ci sentiamo a nostro agio con quella persona, e la consideriamo una confidente, una compagnia, e magari anche un familiare. Comunque una cosa è certa: in amicizia non conta l'aspetto.
Per quanto riguarda ad Hans nemmeno lui è un amico, infatti nel testo è spiegato che non ricambia del tutto l'amicizia che Tonio sostiene di provare per lui: si dimentica della loro passeggiata e quando c'è qualcun altro con loro due, si vergogna di Tonio.
La trama mi è sembrata molto noiosa, e magari, sarebbe stata più accattivante se l'autore avrebbe inserito qualche colpo di scena, un po' d'avventura o comunque se avesse dato un inizio, uno svolgimento e una fine al brano, perché per me non parla di un argomento ben preciso.

Maiolo Federico ha detto...

Il racconto Biciclettone mi è piaciuto molto.
Quello che mi ha colpito di più è stato quando il bambino ha offerto da bere all'amico e lui ha detto che ricambiare sicuramente, anche se forse non sarà così visto che entrambi vengono da una famiglia povera...
Secondo me è un ottimo testo anche perchè rappresenta la gentilezza di alcune persone e la non coerenza di altre..

Marongiu Silvia ha detto...

Commento di pag. 364 “ Biciclettone “

La storia che ho letto mi è piaciuta molto.Mi hanno colpito diverse cose: che per farsi spingere sull'altalena il bambino avesse fatto l’occhiolino al ragazzo, la gentilezza del bambino dimostrata offrendogli da bere più volte, il fatto che il bambino mente al ragazzo per non dirgli il modo in cui ha preso quei soldi ed anche che a dodici anni non sapesse dell’esistenza della cuffia per nuotare. La storia ti fa ragionare su come si viveva un po’ di tempo fa.

Tommaso Gurzoni ha detto...

TONIO E HANS
Questo racconto è molto interessante perché spiega come in un'amicizia ci possa essere un amico vero e uno che non ricambia l'affetto pienamente dell'altro. Hans secondo me non dovrebbe chiamare il suo amico per cognome perché vuol dire che si verogna di parlare in modo informale con lui come i veri amici fanno. Tonio, dal canto suo, non dovrebbe essere geloso perché si possono avere più amici e non bisognerebbe negare l'amicizia a qualcuno altrimenti si dimostra di essere eccessivamente egoisti. Oltretutto Hans doveva ricordarsi di fare la strada con Tonio perché un amico si può offendere e ci può rimanere male. Quel ragazzo poi non avrebbe dovuto dire a Tonio di imparare ad andare a cavallo perché ognuno è libero di scegliere cosa fare senza doversi fare influenzare dagli altri.

Jessica Gurra ha detto...

BICICLETTONE
Il brano Biciclettone mi è piaciuto.
La cosa che mi ha colpita in particolare è stata quando Nando spese la sue lire per comprare due chinotti e due bicchieri di acqua acetosa, uno per sé e l'altro per l'uomo.
Un altro aspetto che mi ha colpita è stata la loro amicizia, perché si sono incontrati in un parco e mettendosi a chiacchierare divennero subito amici.
Essendo sincera dal titolo di questo brano mi sarei aspettata qualcosa di diverso anzi dal racconto mi sono stupita.
TONIO e HANS
Questo brano non mi ha colpita più di tanto ma solo una particolarità. Mi sarei aspettata un'amicizia diversa da questa e se fossi stata nei panni di Tonio un amico come Hans non avrei mai voluto avercelo.
questo brano però ha una particolarità, secondo me, il fatto che Tonio non voleva perdere un amico come Hans e questo mi ha fatto capire che questa è una vera amicizia, un'amicizia proveniente dal cuore.

Samuele Ascolese ha detto...

BICICLETTONE
Questo brano è dedicato alla pura e semplice espressione del termine di amicizia. Dovrebbe essere così semplice, anche nella realtà, poter parlare con gli altri e diventare conoscenti. La generosità di un bambino povero può essere senza limiti verso uno sconosciuto. Donare a uno sconosciuto un pezzo della sua ricchezza per un momento di felicità. Altruismo puro e semplice. Se al mondo fossimo tutti così sarebbe più semplice la convivenza e la nostra permanenza su questa terra.

Federico Mancani ha detto...

Il brano “Biciclettone” mi ha colpito.
Il racconto è scritto in modo semplice ma con dettagli e cura.
Narra di due sconosciuti che si sono incontrati casualmente sulla riva del Tevere.
Tra i due nasce subito una grande amicizia.
Il ragazzino pur avendo poche lire decise di offrire delle bibite alla persona regalandosi una giornata fantastica.
Il brano fisce con la promessa dell’ adulto di ricambiare il grande gesto di amicizia.
Questo testo secondo me insegna come due perfetti sconosciuti possano diventare grandi amici, fino ad offrire da bere con le poche lire che possedeva invece che tenersele usarle per conto suo.

Agnese Binatti ha detto...

In classe abbiamo letto "Glauco, sempre Glauco". Il racconto narra di un uomo che racconta della sua vecchia amicizia con Glauco. Glauco è sempre stato amico del narratore, fin da quando erano bambini. Però ha sempre influenzato e condizionato la vita del narratore: quando erano piccoli era lui che decideva con chi dovesse fare amicizia, poi ha iniziato a decidere il suo sport, e l'influenza di Glauco nei confronti del narratore durò fino alle superiori e oltre.
Da ragazzo il narratore doveva frequentare solo le ragazze che Glauco riteneva adatte a lui.
In conclusione Glauco rovinò la vita del narratore: da ragazzini sminuì il suo sogno di diventare calciatore, imponendoli il nuoto; poi lo contrisse a iscriversi alla sua facoltà, facendolo diventare un avvocato fallito; e, in fine, gli fece sposare la donna che voleva, da cui divorziò perché si rivelò violenta, attaccabrighe e spendacciona.
Il brano mi è piaciuto molto perché non ho mai sentito una storia interessante come questa. Se fossi stata il protagonista non sarei mai stata amica di Glauco. In qualità di amico avrebbe potuto solo dargli dei consigli, ma non condizionarlo e imponergli le sue decisioni per tutta la vita. Alla fine Glauco, per il suo eccessivo intervento nella vita dell'amico, finisce per rovinargliela, tanto che il suo amico confida che avrebbe voluto ucciderlo!

Valentina Morlino ha detto...

Ho letto un brano intitolato "Tonio e Hans", scritto da Thomas Mann, uno scrittore tedesco. Il brano non mi è piaciuto molto, perché non mi ha trasmesso nulla e non è successo nulla di particolare. Preferisco Tonio ad Hans, perché lui secondo me ci tiene veramente all'amicizia con Hans, mentre a quest'ultimo sembra non tantissimo.

Agnese Binatti ha detto...

Il brano che abbiamo letto in classe si intitola: "Cervelli che si squagliano al sole".
Spiega dettagliatamente il fatto che gli alunni, durante i tre mesi di vacanze estive, si dimenticano alcuni argomenti appresi durante l'anno.
Il brano narra proprio di questo: in tre mesi di scarso allenamento della mente si dimenticano molte cosa apprese, come le nozioni matematiche e le capacità di lettura.
Personalmente penso che questo fatto sia dovuto anche alle ore passate a scuola durante l'anno scolastico. Ad esempio, noto che nella mia scuola durante le sei ore giornaliere gli insegnanti ci spiegano un sacco di cose completamente diverse l'una dall'altra. E' normale che appena usciamo dalla scuola ci dimentichiamo alcune di esse, perché non è umanamente possibile ricordarsi tutto. Quando i miei genitori andavano a scuola non c'erano tutte le materie scolastiche che ci sono adesso. Quindi, era più facile durante le vacanze ricordarsi gli argomenti appresi durante l'anno.
Nel brano è spiegato anche che molti genitori ritengono inutili e scoccianti i compiti che gli insegnanti danno da fare a casa. Io non li ritengo inutili, ma scoccianti un po' sì. Secondo me i compiti non devono essere di una quantità eccessiva, perché servono giusto per allenarsi. Invece quest'anno capita spesso che gli insegnanti ci diano una quantità, secondo me e tutti i miei compagni, eccessiva di compiti. Capisco che ci vogliano abituare alle superiori, ma se credono che tutti quei compiti ci servano per imparare di più si sbagliano per me.

MARTA CASTANO ha detto...

RISPOSTA AI COMMENTI SUL BRANO "UN SEGNO INDELEBILE" DI MARTA CASTANO:

L'autrice della lettera ha letto i commenti e scrive;
"Grazie... Sono Marta Castano, l'autrice, e sono molto contenta che la lettera [vi] sia piaciuta."

Agnese Binatti ha detto...

Il racconto giallo che abbiamo letto in classe si intitola "A qualsiasi prezzo", ed è stato scritto da Henry Slesar.
La vicenda narra di un uomo in cerca di una nuova casa che decise di comprare un' abitazione molto spaziosa e molto vecchia per molti più soldi di quanti ne valeva. La signora Sadie Grimes, la proprietaria, voleva vendere la casa ad un prezzo così alto perché tempo fa suo figlio rincasò con una valigia piena di soldi dopo aver fatto una rapina con un suo amico e la nascose in casa. Di notte il suo complice fece irruzione nell'abitazione e, arrabbiato per non aver ottenuto il denaro che voleva, sparò al figlio della signora Grimes uccidendolo.
L'anziana sapeva bene che l'uccisore di suo figlio avrebbe comprato la sua casa a qualsiasi prezzo per trovare i soldi nascosti, avrebbe dovuto solo aspettare.
Tempo dopo fece entrare il signor Waterbury, il compratore, in casa sua e capì che voleva quella vecchia e logora casa a tutti i costi e si accorse che era chi aveva ucciso suo figlio. Gli offrì della limonata con all'interno del veleno.
Il brano mi è piaciuto molto perché i gialli sono i generi letterari che preferisco.
Di solito i titoli dei racconti fanno un po'capire la trama, ma il titolo di questo racconto no, perché solo alla fine si capisce il suo significato.
Questo è un tipo di racconto giallo molto particolare, perché di solito il furto o l'omicidio avviene subito all'inizio, invece nel racconto avviene alla fine per vendetta di un altro omicidio.
Non mi sarei mai aspettata che un'anziana e apparentemente innocua signora come la signora Grimes avrebbe commesso un omicidio.
In conclusione ho adorato il racconto perché l'ho trovato molto accattivante e pieno di eventi inaspettati.